Intervista parallela Giovanni Malagò – Marco Di Paola

Articolo pubblicato nel numero di Maggio 2013 di "Cavalli e Cavalieri".
Pubblicato nel numero di Maggio 2013 di “Cavalli e Cavalieri”.

Chi come me è cresciuto nell’ambiente soprtivo di Roma sa bene che persona per bene è Giovanni Malagò. Vero sportivo, imprenditore di successo che ha dedicato una bella fetta della sua vita alla promozione dello sport, lontano dalle congreghe politiche. Gli ho proposto una intervista in parallelo con Marco Di Paola, altro sportivo vero e consigliere della FISE.

Hanno accettato tutti e due di buon grado e in queste pagine vi propongo il risultato di questa che in termini equestri si potrebbe chiamare una scappa/scappa.

Gaetano Manti

 

1. Lo sport che vince sulla politica

Il rinnovamento è stato tema centrale e vincente della campagna elettorale di Giovanni Malagò. Cambiamento a favore dello sport e a spese delle beghe politiche.

Come deve questo cambiamento trasferirsi a livello delle singole federazioni e, per quel che può saperne a questo punto, a livello degli sport equestri?

Giovanni Malagò – CONI “Il mio programma è lineare, prevede un percorso innovativo, senza rivoluzioni. Secondo una gestione all’insegna di collegialità e pianificazione per creare valore, perché senza coinvolgimento e strategia non può esserci sviluppo. Il CONI sarà un palazzo di cristallo, aperto e partecipato, come le Federazioni, la cui grande virtù dovrà essere la condivisione per superare gli ostacoli che si troveranno inevitabilmente sul cammino verso l’obiettivo della crescita. L’applicazione del principio riguarda ogni singola realtà associativa: sono convinto che anche il mondo degli sport equestri condivida questa logica”.

Marco Di Paola – FISE Conosco il Presidente Malagò da diversi anni e sono fiducioso che imprimerà una azione e modelli veramente nuovi e diversi da quello a cui siamo (e sono) abituati. L’elezione di Malagò e’ stata uno dei tanti segnali che non solo lo sport, ma tutto il mondo sta cambiando e i nostri tesserati in particolare ci chiedono di adeguarci a questi cambiamenti e di disegnare una nuova FISE, quella del futuro slegata da schemi, logiche e persone che appartengo al passato. Il nostro Consiglio è consapevole di questa responsabilità e dovrà lavorare per dimostrare di essere contagiato da questa aria innovatrice.

2. La trasparenza senza nessun compromesso

Un capitolo fondamentale del rinnovamento è la totale trasparenza nella gestione delle spese e delle risorse. Questo modello virtuoso di trasparenza assoluta deve essere esteso a tutte le Federazioni, molte delle quali, FISE in testa, in passato non hanno certo brillato per trasparenza della gestione?

Giovanni Malagò – CONI “La trasparenza è un dovere inderogabile del prossimo quadriennio, l’avevo sottolineato nel programma elettorale e l’ho ripetuto in Consiglio Nazionale, davanti a tutte le rappresentanze del mondo

sportivo. Tra i punti salienti del progetto quadriennale del CONI c’è quello relativo all’adozione e alla redazione annuale del “Bilancio Sociale”, per verificare coerenza, efficacia e trasparenza nella gestione. Le Federazioni sono ovviamente parte della famiglia, i principi sono gli stessi. E’ interesse di tutti dimostrare come si utilizzano le risorse rispetto agli interessi dei propri stakeholders”.

Marco Di Paola – FISE Abbiamo personale di qualità e un Consiglio che esprime, oltre a tecnici e sportivi, anche campioni nella professione, come il Vice Presidente Vicario Algarotti che ha importanti esperienze in società quotate in borsa e potrà trasferirle nella gestione della FISE. La trasparenza deve essere il nostro primo obiettivo: si deve invertire la tendenza, parlare chiaro e soprattutto informare i nostri tesserati. Ritengo che la federazione debba essere un ufficio di cristallo nel quale sia facile accedere e documentarsi, gestiamo soldi che ci versano i tesserati e dobbiamo renderne conto.

3. A chi andranno i soldi del CONI?

La situazione del Paese fa pensare che ci si deve aspettare un andamento negativo dei fondi che il CONI potrà mettere a disposizione delle Federazioni nei prossimi anni. E’ giusto attendersi una contrazione e se sì con quali criteri sarà distribuita tra le varie Federazioni? Sarà in qualche modo premiata la capacità di generare la gran parte dei ricavi con il contributo dei tesserati e l’attività sportiva?

Giovanni Malagò – CONI “La tematica è stata affrontata nel corso del primo Consiglio Nazionale. Verrà istituito un gruppo di lavoro super partes per valutare la congruità dei criteri di distribuzione alle Federazioni: serve onestà intellettuale e grande attenzione per evitare soluzioni inique, tenendo comunque conto dell’oggettiva complessità dell’argomento. Intanto alcune Federazioni hanno sfruttato opportunità vantaggiose sul mercato, riuscendo ad affrancarsi dalla totale dipendenza del contributo CONI, perché sponsor e diritti televisivi hanno l’incidenza maggiore sotto il profilo dei ricavi. Anche la FISE ha intrapreso questo virtuoso percorso che, in linea teorica, rappresenta il futuro: capacità di generare redditi, essendo oculati nelle spese. Il discorso legato al finanziamento per il prossimo anno è invece prematuro: il Paese adesso deve trovare nuovi equilibri. Siamo comunque desiderosi di confrontarci con interlocutori istituzionali per rappresentare la forza del movimento, creando un rapporto sinergico e di reciprocità assoluta. Chiediamo ma sappiamo dare tanto”.

Marco Di Paola – FISE Purtroppo per quanto riguarda la FISE una contrazione dei fondi CONI è già arrivata nel 2013. Il momento è particolarmente difficile per l’intero sistema paese e non possiamo pensare che lo sport resti indenne. Infatti, abbiamo la fortuna di essere una federazione, mi si passi il termine, ad alta vocazione commerciale, oltre che sportiva. Dovremmo essere sempre più bravi a soddisfare i nostri tesserati con i servizi che offriamo. Dobbiamo difendere e propagandare i valori sportivi, ma anche essere in grado di generare redditi e dimostrare di essere virtuosi nelle spese. Infatti, più consentiamo la crescita del nostro sport, più agevoliamo le manifestazioni sportive e maggiori saranno le entrate della FISE. Comprendo che non sia facile coniugare etica e business però questo sarà un importante tema di impegno e confronto con tutti.

4. L’importanza del marketing

Il marketing delle Federazioni è elemento sempre più importante. Quelle dove gli attrezzi giocano ruoli fondamentali (sci, tennis, golf ecc..) sanno già bene cosa fare. Le Federazioni dei grandi sport di squadra altrettanto. Nelle altre manca cultura di marketing e questo può essere un grande ostacolo al reperimento autonomo di risorse. E’ immaginabile che il CONI possa istituire un servizio centralizzato di marketing strategico di sostegno alle attività di marketing delle singole Federazioni?

Non si parla di una struttura di vendita. Si parla di una struttura di pochissime persone con grande esperienza di marketing strategico. Un servizio di questo tipo potrebbe sicuramente essere utile per massimizzare il ritorno di due eventi di grande fama mondiale come gli Internazionali di tennis e il concorso ippico di Piazza di Siena.che si svolgono in luoghi e in tempi molto vicini e che oggi non hanno alcun tipo di contatto. 

Giovanni Malagò – CONI “Tra gli obiettivi c’è quello di supportare le Federazioni, ma anche gli altri Enti Sportivi, a livello di attività di marketing e branding, licensing e merchandising. Un’azione che va sviluppata anche aggregando l’azione di più soggetti con interessi coerenti tra loro. Secondo una logica che estenda la ricerca e l’impiego delle sponsorizzazioni ben oltre l’anno olimpico, divenendo una costante del fund raising del nuovo modello di gestione. La creazione e la diffusione di un vero brand CONI, attraverso la suddivisione pro quota del ritorno economico in favore di Federazioni e delle altre entità associative. Il progetto prevede ovviamente l’implementazione degli strumenti di finanziamento dello sport, della capacità di attrazione di capitali privati. Ci sono eventi sportivi di grande rilievo internazionale, tra questi Piazza di Siena, che sono unici nel genere: l’obiettivo deve essere sempre quello di migliorare, esplorando nuovi orizzonti”.

Marco Di Paola – FISE “E’ evidente che la FISE abbia necessità di generare reddito e, quindi, in qualche modo di vendere prodotti o servizi. Sarebbe bello parlare solo di sport, etica e valori, ma dobbiamo fare i conti con le entrate per coprire le uscite. A mio giudizio, gli sponsor si avvicinano se trovano progetti interessanti, ma anche rapporti trasparenti e un ambiente sereno. Abbiamo notato che molti sport sono cresciuti grazie ai successi personali di alcuni campioni, dovremmo essere capaci di creare nuovi miti. Campioni non sono solo nella prestazione sportiva, ma anche nello stile di vita, nei valori che coltivano e dimostrano. Dovremmo avere degli esperti che ci aiutino a esaltare queste situazioni, ne beneficerebbe tutto lo sport equestre. Devo dire che siamo stati sempre carenti sotto il profilo marketing. Quindi ben venga l’idea di una struttura CONI che cerchi di mettere in sinergia diverse federazioni ma che non sia una struttura pesante”.

5. Doping: lotta senza quartiere.

Nello sport esistono valori non negoziabili e uno di questi riguarda il rifiuto di ogni forma di doping. Parte del rinnovamento forse si deve anche basare su tolleranza zero per questo fenomeno devastante. Negli sport equestri il tema riguarda sempre i due atleti che compongono il binomio: il cavallo e il cavaliere. Saranno date indicazioni severe e saranno anche dati strumento efficaci affinché la FISE possa attuare un esteso programma di controllo antidoping sia su i cavalli che su i cavalieri? Chiederà il CONI che questi controlli si estendano allo sport dilettantistico di base che, come accade anche nel ciclismo, purtroppo vede una ampia diffusione di pratiche inaccettabili sia per i cavalli che per i cavalieri?

Giovanni Malagò – CONI “Superfluo sottolineare che il CONI è in prima linea nella battaglia contro il doping. Più previeni meglio è. Chi si dopa investe molto e quindi chi si occupa di antidoping deve fare altrettanto, investendo nella ricerca e nelle risorse umane. Serve un nuovo approccio culturale anche per affrontare questo problema, si tratta di una questione civica. Saranno ovviamente valutati tutti i percorsi più idonei per contrastare il fenomeno, tenendo in considerazione la sinergica collaborazione con la Commissione per la vigilanza e per il controllo sul doping e la tutela della salute nelle attività sportive, l’organismo del Ministero che si occupa dei settori non agonistici, giovanili e amatoriali”.

Marco Di Paola – FISE “Mi sembra quasi banale ripetere che la battaglia al doping debba avvenire senza frontiere. Ritengo che lo sport dilettantistico sia uno strumento molto utile per allontanare soprattutto i giovani da vizi e pericoli. L’equitazione, in particolare, ha il vantaggio di essere uno sport che ci mette in contatto con la natura, con un compagno meraviglioso come il cavallo. Quindi, è estremamente opportuno investire risorse per scovare e perseguire pratiche illegali, sia che riguardino il doping umano che dei cavalli, e condivido pienamente che vada esteso a livello dilettantistico per salvaguardare i valori non negoziabili che devono essere insegnati e rispettati a tutti i livelli.

6. Attirare i giovanissimi

Entriamo specifico degli sport equestri. Non sono più mondo di militari o di benestanti nobiluomini. Ciò nonostante la vecchia immagine e i vecchi atteggiamenti sono duri a morire. Ne è riprova il fatto che l’equitazione è l’unico sport che non ha saputo sviluppare una offerta appetibile per i bambini e le bambine delle scuole elementari e medie. Una offerta di questo tipo ha fatto la fortuna delle altre Federazioni europee dove la diffusione degli sport equestri è decine o centinai di volte più elevata che in Italia. Si parla della attività ludica chiamata pony games. In Inghilterra è lo sport più praticato dai bambini delle elementari. In Francia dopo solo sei anni di introduzione di un progetto strategico il settore dei pony games conta più di 600 mila iscritti che sono poi il bacino di alimentazione degli sport olimpici. Un servizio centralizzato di marketing strategico del CONI potrebbe essere molto utile nel disegnare un grande progetto di pony games che coinvolga tutte le scuole elementari e medie del Paese.

Giovanni Malagò – CONI “Il rapporto con il mondo dell’istruzione non rappresenta un problema circoscritto al movimento equestre ma riguarda l’intero sistema agonistico. Credo sia necessario creare una vera e propria scuola dello sport, a stretto contatto con la società in virtù di un dialogo proficuo. E’ necessario aggredire il problema, cercando le soluzioni più idonee nel nostro ambito, puntando sullo spirito d’iniziativa perché è necessario rendere agibili e a norma i plessi scolastici ma ora non si può bussare alle casse dello Stato. Terminate le lezioni si può immaginare di fare attività con le associazioni e le società sportive. Una sinergia pubblico-privato, che consenta l’implementazione delle risorse, può essere propedeutica anche per il progetto legato ai pony games, per fare in modo che vengano veicolati gli insegnamenti base necessari a far scoprire e apprezzare la disciplina, creando un virtuoso circuito formativo a livello agonistico. Ci sono diversi Comitati Regionali che si stanno impegnando per portare avanti questo discorso. Il CONI ha certamente tra le priorità quella di radicare una cultura dello sport all’interno dell’universo scolastico”.

Marco Di Paola – FISE “Diffondere lo sport tra i giovanissimi e implementarne la base sarebbe fondamentale. Progetti per portare lo sport equestre nelle scuole sono già in corso da parte di diversi Comitati regionali, ma offrire un’alternativa allo sport agonistico potrebbe essere un’ottima occasione. Infatti, personalmente ritengo che i pony siano un valido punto di contatto. Non è un caso che il nostro Consiglio abbia costituito un nuovo dipartimento denominato Club che riguarda proprio questo campo. Del resto siamo consapevoli che se i pony games raggiungessero i numeri della Francia anche la Fise avrebbe notevoli benefici finanziari.

La trasparenza è un dovere inderogabile del prossimo quadriennio… Per le Federazioni i principi sono gli stessi.

7. Chiarezza assoluta sui bilanci

La FISE è una Federazione con un bilancio di 14,5 milioni dei quali il 71% arrivano dall’autofinanziamento degli associati e della attività sportiva. I bilanci 2009-2010- 2011 della FISE non sono stati approvati dal CONI. Come si può spiegare il fatto che il CONI abbia consentito ben tre anni consecutivi della stessa gestione senza che i bilanci potessero essere approvati? Come si può approvare un bilancio di previsione del 2013 senza avere una chiusura non solo del bilancio 2012, ma nemmeno dei tre anni precedenti?

Giovanni Malagò – CONI “Il concetto di trasparenza che intendo affermare non prevede omissioni. Di alcun tipo. Non è certamente un problema quindi confermare che non sono stati approvati gli ultimi tre bilanci della FISE ed è una situazione che non deve più verificarsi: è stata costituita una commissione congiunta CONIFISE per fare luce sulla problematica e fornire i risultati dell’approfondimento. Quel che conta è immaginare un futuro all’insegna di precise regole etiche, ancor prima che formali. La FISE ha grandi potenzialità: facendo squadra, puntando sulla chiarezza, su una gestione ineccepibile e sull’ottimizzazione delle attività, può raggiungere risultati lusinghieri. Si parte da una base importante, che garantisce grandi prospettive, grazie all’entusiasmo e alla capacità del rinnovato apparato federale”.

Marco Di Paola – FISE “E’ inammissibile che i nostri bilanci non siano stati approvati nei precedenti tre anni e che nessuno abbia sollevato contestazioni. Ritengo ancor più grave che la nostra controllata Equestrian Service Srl non abbia proprio presentato il bilancio. Non è un caso che abbiamo deliberato di liquidarla. Prendendo a prestito una frase del presidente Malagò dobbiamo girare pagina, arrotolarci le maniche e lavorare. La commissione mista CONI/FISE ci fornirà a breve i risultati. Una volta concordata la soluzione saremo con i nostri tesserati TRASPARENTI, chiari negli obbiettivi e nel percorso da compiere. Probabilmente saremo costretti a fare qualche rinuncia negli investimenti e chiedere qualche sacrificio, e per questo avremo bisogno della solidarietà dei nostri Comitati regionali per infondere fiducia e raggiungere l’obbiettivo.

8. Il confronto con il fisico

Le Olimpiadi non si vincono senza grandi cavalli. I grandi cavalli sono come le vetture di formula 1. Costano una fortuna. Perché gli sport olimpici non muoiano è necessario lavorare a livello politico perché le autorità fiscali non considerino i proprietari di cavalli e i cavalieri come evasori terminali. Il clima di terrore seminato da Guardia di Finanza nel mondo dei concorsi ippici rischia di far fuggire gli addetti. Pensa il CONI di poter e dover fare qualcosa per sensibilizzare politica e autorità fiscali su questo delicatissimo argomento? Oggi è considerato un elemento aggravante la semplice iscrizione a un circolo sportivo, sia esso di equitazione che di golf o di tennis. E’ previsto un coordinamento con le federazioni più coinvolte?

Giovanni Malagò – CONI “In assoluto ritengo che i soldi spesi per lo sport non debbano essere considerati indice di benessere, ci vorrebbe uno sgravio fiscale per le famiglie ad esempio, meno burocrazia per incoraggiare l’attività associativa: la base, i praticanti, i volontari, sono un patrimonio da difendere. E rappresentano l’architrave del sistema sport e del movimento di vertice. Per quanto riguarda la specificità e le problematiche del mondo equestre ci sono certamente degli approfondimenti da valutare con gli organi preposti: so che la Federazione ha opportunamente costituito una Commissione per lavorare su queste tematiche e per stabilire un contatto con l’Agenzia delle Entrate. Il CONI è vigile, pronto a dialogare con ogni soggetto istituzionale per creare le condizioni opportune affinché non venga penalizzato chi cerchi di praticare e diffondere la pratica sportiva in modo corretto sotto ogni profilo”.

Marco Di Paola – FISE Questo argomento mi coinvolge direttamente per il mio ruolo di consigliere in quota degli atleti proprietari. Purtroppo il nostro mondo non gode di un buon apprezzamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si è radicato il convincimento, sbagliato, che il nostro sia uno sport solo da ricchi. Invece ci sono tanti circoli e operatori che lavorano duramente con modeste soddisfazioni economiche o tanti appassionati che fanno grandi sforzi per mantenere un cavallo. E’ necessario intervenire presso l’Agenzia delle Entrate per concordare modalità di comportamento e di verifica condivise al fine di dare indicazioni chiare ai nostri circoli affiliati e ai tesserati. In FISE abbiamo costituito una commissione che sta operando ma è necessario il supporto del CONI che certamente aumenterebbe il potere di penetrazione. Molti problemi sono condivisi dai tesserati di altre federazioni come ad esempio la qualificazione di prestazione commerciale di alcuni servizi prestati dai circoli affiliati (nel nostro caso il mantenimento dei cavali) fino a una normativa che disciplini in il professionismo inteso non solo come sport di vertice, ma anche come la miriade di operatori che lavorano per lo sport.


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